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domenica 4 aprile 2010

Bestemmiare è legittimo

Bestemmiare è un mio diritto. Fa una ben magra figura chi sostiene che un ateo non dovrebbe bestemmiare perchè non credendo in dio non ha motivo di insultarlo.

La classica tesi del credente è: "Se non credi in dio non hai ragione di insultarlo, mentre se ci credi a maggior ragione non hai motivo di offenderlo."

Innanzitutto insultare dio è un modo efficace di colpire i mangiaostie, che poi dio esista o meno a me interessa relativamente. Anzi non mi interessa affatto.
Dunque la bestemmia trova in sè stessa e nel fastidio che crea ai cattolici la propria ragion d'essere, e chi ha da ridire a riguardo è generalmente un mangiaostie che indispettito pesta i piedi e non trovando nel suo libro una soluzione cerca di appellarsi alla logica, un terreno che però gli è per sua stessa natura poco congeniale e nel quale non riesce a muovere un passo senza incespicare nei suoi stessi ragionamenti contorti.

Tuttavia anche continuando sul filo del "ragionamento" dei mangiaostie si vede come esso sia in realtà tutt'altro che saldo ed inattaccabile come a loro probabilmente piace pensare.
Infatti "se non credi in dio non ha senso insultarlo" è un'affermazione assolutamente infondata. Le imprecazioni nascono per esprimere tutta una gamma di stati d'animo che vanno dal disappunto alla rabbia, ma quasi nessuna di esse ha un reale significato: non credo infatti che chi dice ad esempio "porco cane" voglia realmente offendere un cane, o che egli voglia dare ad intendere che il cane sia un suino o viceversa; allo stesso modo esclamando "cavolo!" raramente si indica l'omonimo ortaggio. Dunque le imprecazioni per loro natura sono solo parole che aiutano a sfogarsi, e non necessitano di un reale significato.
Ancora più bislacca è la tesi secondo la quale credendo in dio non si dovrebbe bestemmiare. E perché mai? Anzi! Io trovo che se dio veramente esiste i miei improperi se li merita tutti, visto che la sofferenza ed il dolore che martoriano questo mondo li ha creati lui (ovviamente questo ragionamento è del tutto ipotetico, in quanto io in dio non credo, nel senso che sia che esista sia che non esiste la cosa non mi tange).
E d'altronde come i mangiaostie da brave pecorelle si rivolgono a dio con le loro preghiere perché non lo posso fare io con le mie? Solo perché il gregge non è d'accordo con quello che io ho da dirgli? Forse che quando qualche mentecattolico innalza preghiere che mi trovano in disaccordo mi scaldo e cerco di impedirgli di comunicare a dio ciò che vuole? No! Io rispetto il vostro rapporto con dio, usatemi la stessa cortesia.
Peraltro mi chiedo come mai se dio stesso, che a vostro dire è un essere supremo, non prende provvedimenti nei miei confronti vi arroghiate voi il diritto di farlo. In fin dei conti dio ha ucciso per motivi molto più banali, ed a volte anche proprio senza motivi. Cosa gli costerebbe fulminarmi annegarmi o uccidermi in uno dei tanti crudeli modi che la sua compassionevole mente ha elaborato nel corso della bibbia? Credete che dio abbia bisogno che siate voi, dei miseri esseri mortali, a prendere le sue difese? Chi vi credete di essere? Lasciate che sia dio a giudicare, e non siate tanto presuntuosi da voler emettere sentenze in sua vece.


Non so se dio esista o meno, per sicurezza lo insulto.

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