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domenica 14 novembre 2010

Diritto di scelta

IL CREDENTE E' COLUI CHE SEGUE QUEI COMANDAMENTI CHE NON INTRALCIANO I PROPRI VIZI.
Infatti quanti fra i cattolici possono dire di aver sempre rispettato i precetti della loro religione? Quanti arriveranno davvero vergini al matrimonio? Quanti si mostrano intolleranti nei confronti di coloro che il loro dio dovrebbe avere più in grazia, e cioè i poveri (come ad esempio gli immigrati)? Quanti perseguono il profitto ed il potere fregandosene dell'etica? Quanti infrangono il per loro sacro vincolo del matrimonio con l'infedeltà o con il divorzio?
Ma cosa importa poi? arriverà la confessione infine, a far piazza pulita di ogni peccato, un comodo colpo di spugna per tutti i vizi.

La religione, cessato di essere uno stile di vita, è diventata una bandiera da sventolare in nome di un identitarismo culturale sotto il quale ci si rifugia per senso di appartenenza, per giustificare la propria intolleranza verso il diverso. Un diverso che va sconfitto, prostrato fino a piegarlo ad accettare quella dottrina di cui gli stessi credenti non sono in grado di seguire i comandamenti.I valori cristiani, esibiti come prova di superiorità morale, non sono che mera apparenza cui quasi nessuno si attiene realmente, ma forniscono una presunta autorità morale che permette a questi mentecatti di ergersi a giudici dei propri simili. E così vanno farneticando contro omosessuali, relativisti, atei e persino altri credenti come loro, rei di aver scelto altre confessioni religiose non meno ottuse ma diverse.

Ma chi ha deciso che l'omosessualità sia un peccato più grave dell'intolleranza? Chi ha deciso che il relativismo debba essere tenuto in spregio maggiore della corruzione, dell'infedeltà coniugale, del divorzio, peccati di cui molti dei più accaniti baluardi dell'integrità cristiana si sono macchiati?
Ha forse dio espresso alcun tipo di priorità in questo senso? No, sono i fedeli stessi a manipolare i precetti dettatigli dal loro stesso dio per adeguarli alle loro necessità, così ci si convince che la verginità pre-matrimoniale possa essere una norma antiquata, ma si è assolutamente convinti dell'incontrovertibile attualità del disprezzo per gli omosessuali. Dio gli ha dato dei comandamenti, loro scelgono quali si possono ignorare e quali vanno fatti seguire anche a chi in dio non crede.

Il comandamento più abusato è senz'altro il quinto: non uccidere. Ne viene data un'interpretazione schizofrenica per cui molti cattolici favorevoli all'entrata in guerre che causano centinaia di migliaia di morti sono invece assolutamente contrari al raschiamento di poche decine di cellule disorganizzate dall'utero di una donna.
Coerenza? Non è roba da cristiani. A loro interessa solo ribadire il ruolo di fattrice della donna, da mortificare in ogni modo.

La fede è vostra, siete liberi di rovinarvi la vita come vi pare, ma lasciate in pace noialtri/e. Non sta a voi giudicarci, e per quel che mi riguarda non sta neanche a dio, ammesso che esista.


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